The Una-flow Steam-engine - Capitolo I

Traduzione in italiano del Capitolo I
"Le caratteristiche termiche e costruttive generali del motore a vapore una-flow"


Prefazione e indice dei contenuti

Come indica il nome, l'energia del vapore nel caso del motore “una-flow” o “unidirezionale” è estratta senza forzare il ritorno del vapore sul suo percorso, cioè è come dire che il vapore si muove sempre in una direzione attraverso il cilindro. Come mostrato in fig.1, il vapore di alimentazione entra da sotto nel coperchio cavo, riscalda le superfici del coperchio e poi dalla valvola situata nella parte superiore del coperchio passa nel cilindro; il vapore segue il pistone cedendogli la sua energia e dopo che è stato espanso, fuoriesce, alla fine della corsa del pistone, attraverso le luci di scarico disposte al centro del cilindro e controllate dal pistone. Diversamente, nei motori a vapore ordinari il vapore ha un'azione controcorrente, che è come dire che entra nella testa del cilindro, segue il pistone durante la sua corsa di lavoro, e poi torna con il pistone nella sua corsa di ritorno per scaricarsi attraverso le valvole che si aprono in prossimità della testa del cilindro. Il contro flusso o inversione del vapore di scarico provoca un notevole raffreddamento delle superfici di lavaggio a causa del loro contatto con il vapore di scarico umido. Questa azione di raffreddamento comporta una notevole condensazione iniziale quando il vapore della caldaia vapore viene nuovamente immesso al cilindro per la successiva corsa di lavoro. Nel motore una-flow, tutte le superfici di raffreddamento sono quasi completamente evitate e quindi le condensazioni nel cilindro sono in gran parte eliminate come anche la necessità di impiegare diverse fasi di espansione. I motori una-flow possono pertanto essere realizzati con una singola fase di espansione, mentre il consumo di vapore non supera quello dei motori a vapore composti e quello dei motori a vapore a triplice espansione.


Eliminando tutti i raffreddamenti delle superfici lambite dallo scarico del vapore si ottiene un
effetto simile a quello ottenuto con il surriscaldamento. Nei motori ordinari, il surriscaldamento è impiegato per superare le difficoltà sopra menzionate causate dal raffreddamento delle superfici di lavaggio. Se ora questo raffreddamento viene evitato sembrerebbe superflua la necessità del surriscaldamento del vapore.

L'uso di un anello di luci o fessure di scarico nel cilindro consente di ottenere una zona di passaggio dello scarico tre volte più grande di quello ottenuto dall'uso del cassetto o altri tipi di valvole. Il risultato di questa grande sezione di scarico è che la pressione finale nel cilindro è quella del condensatore, in particolare quando viene evitato l'impiego di tubi di collegamento lunghi e stretti tra il condensatore e il cilindro. In altre parole, se il condensatore è disposto vicino al cilindro e il passaggio di scarico ha una grande sezione trasversale, è possibile portare la pressione del cilindro fino a quella del condensatore. Al fine di formare una corretta idea delle dimensioni delle luci di scarico, si dovrebbe immaginare una valvola a pistone delle stesse dimensioni del pistone di lavoro ed un corpo valvola della stessa dimensione del cilindro di lavoro e il pistone viene spostato da un eccentrico avente la stessa escursione della manovella del motore. Mediamente, lo scarico avviene dopo 9/10 della spinta e di conseguenza la compressione inizia dopo che 1/10 della corsa di ritorno è stato completato, o in altre parole, la compressione si estende per 9/10 della corsa.

Risulta evidente che, sostituendo la consueta valvola di scarico con le porte di scarico o fessure nel cilindro, tutte le perdite di dispersione sulla valvola di scarico e tutti i volumi morti e le superfici di lavaggio, che necessariamente derivano dalla utilizzazione di una valvola di scarico dedicata, vengono evitati.

Il diagramma indicatore (Figura 3) mostra un’adiabatica del vapore saturo per la linea di espansione e un’adiabatica del vapore surriscaldato per la linea di compressione.


Questa è la migliore prova dell’eccellente azione termica di questo motore. L’eccessiva condensazione iniziale, in un motore ordinario a controflusso alimentato a vapore saturo, fa in modo che la linea di espansione segua approssimativamente la legge di Mariotte. Nel motore Una-flow, utilizzando vapore saturo, praticamente non c'è condensazione iniziale, così la linea di espansione risultante è necessariamente un’adiabatica e ancor più se il vapore di alimentazione viene surriscaldato.

A causa dell'espansione adiabatica, la frazione secca del vapore dopo l'espansione è molto bassa. Pertanto, nel caso di vapore avente una temperatura iniziale di 300°C e una pressione iniziale di 12atmosfere che si espande fino a una pressione finale di 0,8 atmosfere, la frazione secchezza vale 0,93, vale a dire, il vapore contiene il 7% di acqua. In realtà la temperatura del vapore al momento del cut-off rischia di essere un po' inferiore alla suddetta a causa delle perdite di calore durante il carico. Il risultato di queste inevitabili perdite di calore durante l’immissione è che l'espansione inizia ad una temperatura inferiore e termina con una frazione secca inferiore.

D'altra parte, la camicia riscaldante sul coperchio rigenera il vapore durante l'espansione. Durante l'espansione il coperchio incamiciato esercita una notevole azione di riscaldamento a causa della sostanziale differenza di temperatura tra il coperchio e il vapore, questa azione di riscaldamento viene trasmessa principalmente al vapore immediatamente a contatto con il coperchio. Il vapore che segue il pistone ha una importante caduta di temperatura e l’umidità aumenta a causa dell'espansione adiabatica. La maggiore umidità si trova quindi nello strato di vapore che segue immediatamente il pistone. Negli strati tra il pistone e il coperchio del cilindro, l'umidità diminuisce fino a che, nel caso del vapore vicino al coperchio, un surriscaldamento parziale può essere presente. Immediatamente allo scarico, il vapore più umido viene espulso attraverso l'anello di luci di scarico nelle pareti del cilindro. Il vapore che ha ricevuto calore durante l'intero periodo di espansione e scarico ed è stato sottoposto all'azione della differenza di temperatura tra il vapore in espansione e la camicia di riscaldamento è prima intrappolato dal pistone e poi compresso, talché la compressione sarà ora approssimativamente molto vicina a quella adiabatica del vapore surriscaldato. Questa approssimazione adiabatica del vapore surriscaldato è ulteriormente assistita dal fatto che durante la prima parte della compressione, ulteriore calore viene trasmesso dal coperchio al vapore in compressione (fig. 2). Grazie alla completa rimozione di tutta l'umidità ad ogni corsa, le perdite di calore note, dovute nei normali motori alla presenza di acqua, sono evitate. Il colpo d’ariete nel cilindro è in questo modo assolutamente impossibile.

Verifiche sperimentali condotte sulla camicia di vapore in motori a triplice espansione mostrano, (I) nel caso del cilindro ad alta pressione, nessun vantaggio, (II) nel caso del cilindro di pressione intermedia, un piccolo vantaggio, e (III) nel caso del cilindro a bassa pressione, si ottiene un notevole vantaggio, nonostante le grandi perdite che derivano necessariamente dal contro-flusso del vapore nei motori ordinari. L’azione del contro-flusso comporta inevitabilmente la sottrazione di una notevole quantità di calore dalla camicia da parte del vapore scaricato al condensatore. Questo si apprezza considerando che, all’apertura della valvola di scarico, una considerevole quantità di energia pressoria nel vapore viene trasformata in energia cinetica, producendo una velocità del vapore nelle luci e nei collegamenti tra i 350 e i 400 metri al secondo. Il vapore di scarico umido striscia sulle superfici di lavaggio con questa alta velocità e deposita di acqua di condensa su queste superfici. Il risultato è che avviene inevitabilmente una notevole rievaporazione per il brusco abbassamento della pressione e per il calore presente sulle superfici di lavaggio. Il calore prelevato dal sistema di immissione del vapore ad ogni nuovo caricamento viene così rapidamente estratto durante lo scarico. Una breve considerazione vi darà una giusta idea delle condizioni antieconomiche nei motori a vapore ordinari, sia per quanto riguarda la perdita di calore nella distribuzione che per la perdita di calore dalla camicia di vapore. Va anche notato che il flusso di calore dalle pareti in un motore normale è massima nel momento più sfavorevole, cioè dal punto in cui inizia lo scarico al punto in cui inizia la compressione o approssimativamente per metà giro, perché è durante questo tempo che esiste la più grande differenza di temperatura tra il vapore e la camicia riscaldante. Durante la restante metà del tempo di un giro, il tasso di flusso termico dal rivestimento è inferiore, come lo è anche la velocità di flusso del fluido sulle superfici calde. Nonostante questi inconvenienti, i migliori risultati si ottengono incamiciando il cilindro a bassa pressione. Ciò può essere spiegato dal fatto che, nel caso del cilindro a bassa pressione, la camicia di riscaldamento funziona con la massima differenza di temperatura. Da quanto sopra segue che un’azione di riscaldamento molto efficiente deve risultare nel caso del cilindro di un motore a vapore una-flow, poiché in questo caso il riscaldamento, come nel caso del cilindro a bassa pressione di un motore a tripla espansione, lavora con la massima differenza di temperatura tra il vapore più o meno completamente espanso e il vapore vergine. Oltre a lavorare con la massima differenza di temperatura, si ricorda che nel motore una-flow, il dannoso controflusso presente nel motore normale è sostituito da un flusso unidirezionale, in modo che non una sola unità di calore viene prelevata dalla camicia di vapore dal vapore esausto che passa attraverso le luci di scarico. Il vapore di scarico, come mostrato in fig. 2, non passa mai sopra superfici incamiciate. Il vapore che viene a contatto con la parete calda del coperchio arriva al massimo fino alla zona delle luci di scarico, senza però passare attraverso queste aperture. Di conseguenza, il calore della camicia non viene mai perso. I vantaggi della camicia riscaldante sul cilindro a bassa pressione in un motore a tripla espansione devono pertanto essere ottenuti in un grado molto maggiore in un motore una-flow, perché questa nuova costruzione evita interamente le grandi perdite di calore associate all'azione contro-flusso del vapore.

In precedenza si è supposto che l’incamiciamento fosse limitato alla testata del cilindro, e non che il cilindro stesso sia incamiciato (fig. 1 e 2). È preferibile estendere l’incamiciamento al cilindro fino al punto in cui si verifica in genere il cut-off, in modo che le pareti di condensazione vengono efficacemente riscaldate da un lato dalla camicia di vapore caldo e dall'interno del cilindro dal vapore surriscaldato per compressione. Le temperature finali che possono essere ottenute saranno più chiaramente illustrate dal seguente esempio numerico. - Vapore saturo secco compresso da 0,05 atmosfere assolute a 12 atmosfere assolute, dà una temperatura finale di 807°C, secondo l’adiabatica per il vapore surriscaldato. Questo esempio mostra che per ridurre gli effetti negativi della condensazione superficiale non è necessario comprimere fino alla pressione di ingresso, ma che una compressione media è più che sufficiente. Per ridurre gli effetti negativi dello spazio di lavaggio è meglio che lo stesso sia piccolo così che la compressione cresca alla pressione iniziale, ma per pressioni basse del condensatore è per lo più impossibile ottenere uno spazio libero così piccolo da poter soddisfare questo requisito. (Vedere il capitolo IX.)
[...]

Colibrì monoeffetto biellato - Episodio 4

Circa un anno fa è stato realizzato un prototipo di Colibrì sul biellismo del motore a due tempi di un decespugliatore.
Dopo il test al regime minimo di funzionamento ("Colibrì monoeffetto biellato - Episodio 3") è stata effettuata la prima prova di generazione elettrica con alimentazione ad aria compressa.
L'immagine che segue mostra il setup utilizzato.


Per valutare le prestazioni del prototipo è stata utilizzata l’aria compressa perché in questa fase è molto più gestibile e meno pericolosa del vapore.
La prova consiste nell’alimentare il Colibrì con l’aria compressa contenuta nel serbatoio di un compressore (durante la prova il motore del compressore è spento). Il serbatoio di aria compressa funge in pratica da accumulatore di energia (potenziale meccanica).
L’aria compressa entra nel Colibrì che la fa espandere producendo lavoro meccanico (rotazione dell’albero).
L’albero del Colibrì è raccordato al rotore dell’alternatore che effettua la conversione del lavoro meccanico in energia elettrica.
Nel diagramma che segue sono stati riassunti i vari passaggi.


Nel test effettuato il volume della bombola del compressore è di 25 litri e la pressione passa da 14 bar relativi a 10,2 bar relativi.
Impostando sullo strumento di calcolo del Virtual Lab di Scienza Laterale (LINK) il volume a 25dm³, la pressione massima a 15,01325 bar (perché va inserito il suo valore assoluto) e la pressione minima 11,21325 bar (perché va inserito il suo valore assoluto) si ottengono i seguenti risultati:

Energia potenziale meccanica (condizioni adiabatiche): 3,42Wh
Lavoro utile teorico in condizioni isoterme: 6,75Wh

Questi dati rappresentano il massimo teorico ottenibile nelle due condizioni. In una situazione reale quello che si riesce ad ottenere è sempre minore.
In base alle condizioni della prova eseguita si ritiene che il processo di espansione che subisce l’aria nel Colibrì sia molto più vicino all’adiabatica che all’isoterma e il secondo dato è stato inserito più che altro per completare il quadro d’insieme.
Per quanto riguarda la misura dell'energia elettrica prodotta è stato impiegato lo strumentino mostrato nell'immagine


Rispetto all’energia dell’aria compressa che viene calcolata a tavolino, in questo caso è sufficiente leggere i dati sul display alla fine della prova.
Il video di seguito è una ripresa della prova di generazione elettrica che testimonia la quantità di energia elettrica generata.



DATI E RISULTATI
Volume del serbatoio: 25 litri = 25 dm³
Pressione iniziale: 14 bar relativi = 15,01235 bar assoluti
Inizio prova: 1’14”
Fine prova: 1’46”
Durata: 32 sec = 32/3600 h = 0,008889 h
Pressione finale: 10,2bar relativi = 11,21325 bar assoluti
Energia potenziale meccanica dell’aria compressa (condizioni adiabatiche): 3,42Wh
Energia elettrica erogata: 0,9 Wh (leggibile sul display dello strumentino al termine della prova)
Potenza media: 0,9 Wh / 0,008889 h = 101W (dato calcolato)
Potenza massima: 121,8W (leggibile sul display dello strumentino al termine della prova)

Efficienza elettrica: Energia elettrica / Energia aria compressa = 0,9 Wh/3,42Wh = 0,263 (=26,3%)

Ipotizzando che l’efficienza del generatore alle condizioni della prova sia pari a 0,7 (=70%), dividendo l’efficienza elettrica per l’efficienza del generatore si ottiene che l’efficienza meccanica del Colibrì è pari a

Efficienza meccanica: 0,263/0,7 = 0,375 (=37,5%)

APPROFONDIMENTI CONSIGLIATI
Sullo stesso argomento si segnala la discussione intitolata "Motore adiabatico per cogenerazione domestica" presente sul forum Fai da te & OffGrid.

Energia potenziale meccanica di un gas

Nel post intitolato Lavoro massimo ottenibile dall'aria compressa è stato spiegato il metodo per calcolare quanto lavoro è possibile estrarre da un determinato volume di aria in pressione.
Da oggi nel Virtual Lab di Scienza Laterale è disponibile lo strumento che permette di calcolarlo (l'energia potenziale meccanica è infatti banalmente un altro nome del lavoro massimo ottenibile) semplicemente scegliendo il volume, la pressione assoluta massima e la pressione assoluta minima.
Lo strumento è accessibile tramite il seguente link: http://www.scienzalaterale.com/section-virtual-lab-gas-pressure-tank.aspx

Analisi economica sulla cogenerazione domestica

In una caldaia cogenerativa il calore ad alta temperatura che si libera nella combustione viene parzialmente convertito in energia elettrica e in calore a temperatura più bassa ma ancora sufficiente per il riscaldamento e/o gli usi sanitari.
Si analizza in questa sede uno scenario domestico in cui il carburante bruciato è il gas naturale e l’efficienza di conversione termoelettrica è pari al 10%.
Il prezzo attuale del gas naturale per il riscaldamento e la cottura dei cibi (tariffa per i clienti privati) è pari a circa 1,00€/m³. Arrotondando per comodità il potere calorifico del gas naturale a 10kWh/m³ il prezzo dell’energia termica derivante dalla combustione del gas naturale risulta essere di 0,10Euro/kWh.
Nell’ipotesi di efficienza termoelettrica al 10%, per generare 1kWh di elettricità servono 10kWh e pertanto è necessaria la combustione di 1m³ di gas naturale.
L’assetto non cogenerativo, ovvero la mancata utilizzazione del calore residuo, comporterebbe un costo di produzione dell’energia elettrica di 1,00Euro/kWh derivante dal solo combustibile. Essendo tale valore nettamente superiore a quello offerto dal gestore nazionale che è di 0,20÷0,30Euro/kWh, risulta che la sola generazione elettrica con efficienza al 10% non è economicamente competitiva nei luoghi serviti dalla rete distributiva.
Si noti che il pareggio economico in assetto non cogenerativo viene raggiunto quando l’efficienza tocca il 33% per un costo di 0,30Euro/kWhel e il 50% per un costo elettrico di 0,20Euro/kWhel.
L’uso in assetto cogenerativo prevede l’esistenza contemporanea di un’utenza elettrica e di un’utenza termica.
Poiché la caldaia produce circa 9 parti di calore per ogni parte di energia elettrica generata, l’utilizzo ottimale si concretizza quando le due utenze sono nel rapporto di 9:1.
In una situazione reale per un ambito domestico entrambi i fabbisogni subiscono forti variazioni nel tempo e mediamente l’utenza termica domestica oscilla fra 0kW e 20kW mentre quella elettrica fra 0kW e 3kW.
Parlando di consumi giornalieri, la componente elettrica si mantiene abbastanza costante nel corso dell’anno e si assesta normalmente fra 10kWh/gg e 20kWh/gg. La componente termica invece subisce una forte influenza stagionale passando da 1-2kWh/gg per gli usi sanitari durante il periodo estivo (200gg/anno) a un valore nettamente superiore che dipende dalla superficie riscaldata in ragione di circa 1kWh/(gg·m²) nel corso della stagione invernale (150gg/anno). Il consumo giornaliero specifico e la durata del riscaldamento dipendono dalla fascia climatica e i valori riportati sono relativi al Nord Italia.
Si intuisce facilmente che l’assetto cogenerativo ha senso solo in inverno in quanto è l’unico periodo dell’anno in cui il rapporto fra le due utenze è compatibile con quello della caldaia cogenerativa.
La discontinuità della richiesta termica sul breve periodo (alcune ore) può essere livellata con l’impiego di un puffer di accumulo ad acqua calda il cui dimensionamento dipende ovviamente dall’andamento della domanda. Questo approccio rende accessibile la possibilità di pilotare la caldaia cogenerativa con inseguimento del carico elettrico almeno finché il puffer è in grado di ricevere il calore in esubero rispetto alla richiesta termica.
Un rapporto fra l’utenza termica e l’utenza elettrica mediamente superiore a 9 comporta un esubero di produzione elettrica che potrà essere venduta al gestore con scambio sul posto. Il prezzo attuale offerto dal gestore è di circa 0,10Euro/kWh.
Un rapporto fra l’utenza termica e l’utenza elettrica mediamente inferiore a 9 comporta un difetto di produzione elettrica che potrà essere compensato attingendo dalla rete del gestore.
L’esempio numerico proposto di seguito mostra che la differenza fra la bolletta energetica per un sistema con caldaia tradizionale e gestore elettrico e la bolletta energetica per un sistema con caldaia cogenerativa al 10% di efficienza termoelettrica e scambio sul posto con il gestore elettrico ammonta a poco più di 100Euro/anno. Tale stima rappresenta il risparmio annuale che si avrebbe adottando l’impianto cogenerativo ed è stata ottenuta senza tener conto di eventuali incentivi.
La modesta entità dell’importo dovrebbe far riflettere sull’importanza del confronto fra i costi di acquisto dell’impianto. A parità di altre spese (per esempio quelle derivanti dalle manutenzioni programmate e straordinarie), un incremento di 1000Euro sul prezzo di acquisto per la soluzione cogenerativa determina un tempo di rientro di una decina d’anni.
I calcoli grossolani proposti sollevano dubbi concreti sulla reale convenienza economica di un impianto cogenerativo a gas naturale con efficienza termoelettrica del 10%.

ESEMPIO NUMERICO


DATI GENERALI
Inverno
Fabbisogno termico giornaliero invernale: 150kWh/gg
Durata periodo invernale: 150gg/inverno
Fabbisogno termico invernale: 150gg/inverno·150kWh/gg = 22500kWh/inverno
Fabbisogno elettrico: 10kWh/gg (indipendente dalla stagione)
Fabbisogno elettrico invernale: 150gg/inverno·10kWh/gg = 1500kWh/inverno
Estate
Fabbisogno termico giornaliero estivo: 2kWh/gg
Durata periodo estivo: 200gg/estate
Fabbisogno termico estivo: 200gg/estate·2kWh/gg = 400kWh/estate
Fabbisogno elettrico: 10kWh/gg (indipendente dalla stagione)
Fabbisogno elettrico estivo: 200gg/estate·10kWh/gg = 2000kWh/estate

CALDAIA TRADIZIONALE E GESTORE ELETTRICO
Inverno
Consumo invernale gas naturale: 22500kWh/inverno / 10kWh/m³ = 2250m³/inverno
Controvalore consumo invernale gas naturale: 2250m³/inverno·1,00Euro/m³ = 2250Euro/inverno
Controvalore consumo elettrico invernale da gestore: 1500kWh/inverno·0,20Euro/kWh = 300Euro/inverno
Totale spesa invernale: 2550Euro/inverno
Estate
Consumo estivo gas naturale: 400kWh/estate / 10kWh/m³ = 40m³/estate
Controvalore consumo estivo gas naturale: 40m³/estate·0,10Euro/m³ = 40Euro/estate
Controvalore consumo elettrico estivo da gestore: 2000kWh/estate·0,20Euro/kWh = 400Euro/estate
Totale spesa estiva: 440Euro/estate
COMPLESSIVO
Totale spesa energetica annuale: 2990Euro/anno

CALDAIA COGENERATIVA AL 10% E SCAMBIO SUL POSTO CON GESTORE ELETTRICO
Inverno
Consumo invernale gas naturale: 22500kWh/inverno / ( 0,9·10kWh/m³ ) = 2500m³/inverno
Controvalore consumo invernale gas naturale: 2500m³/inverno·1,00Euro/m³ = 2500Euro/inverno
Produzione elettrica invernale: 0,10·150kWh/gg = 15kWh/gg
Autoconsumo: 10kWh/gg
Esubero elettrico giornaliero invernale venduto al gestore: 5kWh/gg
Esubero elettrico invernale venduto al gestore: 150gg/inverno·5kWh/gg = 750kWh/inverno
Controvalore esubero elettrico invernale: 750kWh/inverno·0,10Euro/kWh = 75Euro/inverno
Consumo elettrico giornaliero invernale da gestore: 0kWh/gg
Consumo elettrico invernale da gestore: 150gg/inverno·0kWh/gg = 0kWh/inverno
Controvalore consumo elettrico invernale da gestore: 0kWh/inverno·0,20Euro/kWh = 0Euro/inverno
Totale spesa invernale: 2425Euro/inverno
Estate
Consumo estivo gas naturale: 400kWh/estate / (0,9·10kWh/m³) = 44m³/estate
Controvalore consumo estivo gas naturale: 44m³/estate·0,10Euro/m³ = 44Euro/estate
Produzione elettrica estiva: 0,2kWh/gg
Autoconsumo: 0,2kWh/gg
Esubero elettrico giornaliero estivo venduto al gestore: 0kWh/gg
Esubero elettrico estivo venduto al gestore: 200gg/estate·0kWh/gg = 0kWh/estate
Controvalore esubero elettrico estivo: 0kWh/estate·0,10Euro/kWh = 0Euro/estate
Consumo elettrico giornaliero estivo da gestore: 9,8kWh/gg
Consumo elettrico estivo da gestore: 200gg/estate·9,8kWh/gg = 1960kWh/estate
Controvalore consumo elettrico estivo da gestore: 1960kWh/estate·0,20Euro/kWh = 392Euro/estate
Totale spesa estiva: 436Euro/estate
COMPLESSIVO
Totale spesa energetica annuale: 2861Euro/anno

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