Ipotesi della ganascia termica sulla produzione di eccessi di calore anomali come spiegazione dell’effetto Rossi
Nota informativa: questo post è il proseguimento di quanto pubblicato la scorsa settimana con il titolo "La ganascia termica nella generazione di calore anomalo - Introduzione"
L'idea che i fenomeni responsabili delle anomalie termiche si manifestino durante il raffreddamento porta a ritenere indispensabile e inevitabile un intervento esterno che reinnalzi al bisogno la temperatura del metallo idrogenato per il ripetersi del processo di raffreddamento rallentato. Più esplicitamente, il metallo immerso in atmosfera di idrogeno viene sottoposto a sollecitazioni termiche controllate.
Le fasi del ciclo da ripetere in sequenza sono sostanzialmente tre.
Fase A - Sbilanciamento
Riscaldamento da una temperatura fredda Tf a una temperatura calda Tc
Fase B - Incubazione
Mantenimento alla temperatura calda Tc per consentire la reazione chimica di idrogenazione
Fase C - Autosostentamento
Interruzione del riscaldamento e raffreddamento spontaneo fino alla temperatura fredda Tf
A ciascuna fase è associabile un’energia in ingresso (EA,input EB,input EC,input) che per convenienza potrà essere di tipo elettrico in quanto più facilmente controllabile e un’energia in uscita di tipo termico (EA,output EB,output EC,output).
Il diagramma di flusso della figura sotto illustra graficamente le varie fasi appena definite e le grandezze fisiche in gioco.
Nota informativa: questo post è il proseguimento di quanto pubblicato la scorsa settimana con il titolo "La ganascia termica nella generazione di calore anomalo - Introduzione"
L'idea che i fenomeni responsabili delle anomalie termiche si manifestino durante il raffreddamento porta a ritenere indispensabile e inevitabile un intervento esterno che reinnalzi al bisogno la temperatura del metallo idrogenato per il ripetersi del processo di raffreddamento rallentato. Più esplicitamente, il metallo immerso in atmosfera di idrogeno viene sottoposto a sollecitazioni termiche controllate.
Le fasi del ciclo da ripetere in sequenza sono sostanzialmente tre.
Fase A - Sbilanciamento
Riscaldamento da una temperatura fredda Tf a una temperatura calda Tc
Fase B - Incubazione
Mantenimento alla temperatura calda Tc per consentire la reazione chimica di idrogenazione
Fase C - Autosostentamento
Interruzione del riscaldamento e raffreddamento spontaneo fino alla temperatura fredda Tf
A ciascuna fase è associabile un’energia in ingresso (EA,input EB,input EC,input) che per convenienza potrà essere di tipo elettrico in quanto più facilmente controllabile e un’energia in uscita di tipo termico (EA,output EB,output EC,output).
Il diagramma di flusso della figura sotto illustra graficamente le varie fasi appena definite e le grandezze fisiche in gioco.
Uno degli indicatori per l'utilità di un ciclo termico come quello presentato in queste righe è il COP (coefficiente di prestazione). Esso è definito come il rapporto fra l'energia prodotta e l'energia consumata. Sebbene possa essere calcolato puntualmente in ogni singola fase, quello che conta è il valore complessivo per tutto il ciclo. Tale valore è dato dal rapporto fra la somma dei contributi in output e la somma di quelli in input
COP = ( EA,output + EB,output + EC,output ) / ( EA,input + EB,input + EC,input )
La ganascia termica nella generazione di calore anomalo - Contributo al COP delle varie fasi del ciclo
Letture consigliate: E-Cat e dintorni
COP = ( EA,output + EB,output + EC,output ) / ( EA,input + EB,input + EC,input )
La ganascia termica nella generazione di calore anomalo - Contributo al COP delle varie fasi del ciclo
Letture consigliate: E-Cat e dintorni
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